Nella sua nota l’Istat rimarca che la persistenza della pandemia mette a rischio la ripresa economica. Dopo la decisa ripresa dei ritmi produttivi e degli scambi commerciali durante i mesi estivi – si sottolinea – , le nuove misure di contenimento dei contagi, in risalita in quasi tutti i paesi, potrebbero incidere negativamente sulle prospettive economiche internazionali. Il riacutizzarsi della pandemia potrebbe determinare nel quarto trimestre una contrazione del Pil, seppure non paragonabile a quella registrata nella fase acuta della prima crisi sanitaria.
Sul fronte del mercato del lavoro, nel 2020 il tasso di disoccupazione dovrebbe calare al 9,4%, per poi tornare a crescere nel 2021 (11,0%). L’istituto di statistica spiega che l’evoluzione dell’input di lavoro, misurato in termini di ULA (unità di lavoro), seguirebbe quella del Pil, con un’ampia riduzione nel 2020 (-10,0%) e una ripresa parziale nel 2021 (+3,6%). L’andamento del mercato del lavoro risentirebbe del processo di ricomposizione tra disoccupati e inattivi oltre che della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione.